La Loggia di Galatea, famoso ambiente della Villa Farnesina, sede di rappresentanza dell’Accademia Nazionale dei Lincei, prende il nome dalla ninfa dipinta da Raffaello; era nota nel Cinquecento come Loggia del giardino usata per ospitare feste e banchetti. Al suo interno, inoltre, opere di Sebastiano del Piombo, per le scene mitologiche nelle lunette e il Polifemo; Baldassarre Peruzzi per la volta che rappresenta l’oroscopo di Agostino Chigi.
I sorprendenti risultati delle indagini sui materiali dell’affresco di Raffaello il Trionfo di Galatea effettuate dal gruppo coordinato dal Socio Linceo prof. Antonio Sgamellotti, componente della Commissione Lincea Villa Farnesina, sono stati ottenuti integrando le conoscenze acquisite nei passati restauri con quelle derivanti dalle più recenti tecniche di analisi non-invasive sia puntuali che per immagini. È stato individuato in tutto il cielo, il mare e persino negli occhi di Galatea, un pigmento conosciuto come blu egizio, il primo blu artificiale della storia dell’arte ed uno dei primi pigmenti in assoluto di origine non naturale. La sua manifattura risale agli egizi, da cui trae il nome, e la sua diffusione fu estremamente ampia in tutta l’antichità fino all’Impero Romano, dopodiché le sue tracce si perdono. L’ampio uso fattone da Raffaello fa escludere un impiego di materiale archeologico ritrovato occasionalmente ed indica piuttosto la precisa volontà dell’artista di ricorrere ai materiali pittorici dell’antichità, per ritrarre un soggetto mitologico.
Tra il 2020 e il 2021 sono stati programmati ed avviati ulteriori interventi sui dipinti murali che hanno visto il coinvolgimento degli studenti della Scuole di Alta Formazione dell’Istituto Centrale per il Restauro, sedi di Roma e Matera. Il cantiere è finanziato dal Ministero delle Cultura attraverso il “Fondo degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato per lo sviluppo del Paese”.
Il restauro, condotto dalla Ditta ABACUS s.a.s. di N. Naldoni, nel rispetto della consueta rigorosa metodologia applicata dalla direzione dell’Istituto Centrale per il Restauro offrirà nuovi elementi per ricostruire le vicende storiche della Villa e quindi una più dettagliata conoscenza degli interventi decorativi.
IL RESTAURO DEL SOFFITTO DELLA SALA DELLE PROSPETTIVE
Il soffitto ligneo, in corso di restauro, deriva da un progetto di Baldassarre Peruzzi del 1510 circa e doveva apparire in origine interamente decorato anche nelle parti che ora sono di colore blu scuro a causa di ridipinture successive. Quando Peruzzi nel 1518 ampliò la sala aggiunse non solo una fila di cassettoni, ma anche una striscia stretta con palmette bianche sul lato occidentale e sul lato orientale una banda decorata da poligoni di vari formati e da arabeschi bianchi.